Aborym je italsko-norská industrie black metalová kapela, která vznikla roku 1993.

Píseň: IV

Interpret:
Aborym
Album:
Psychogrotesque
Sono sporco. I pidocchi mi rodono. 
I porci, quando mi guardano vomitano.
Le croste delle labbra hanno squamato la mia pelle, 
coperta di un pus giallastro.


Non conosco l’acqua dei fiumi ne la rugiada delle nubi. [...]
I miei piedi hanno messo radici nel suolo 
E compongono, fino al ventre,
una sorta di vegetazione viva, 
piena di ignobili parassiti
che non e piu carne 
e non deriva ancora dalla pianta. 
Eppure il mio cuore batte.
Ma come potrebbe battere se la 
putredine e le esalazioni
del mio cadavere non 
lo nutrissero in abbondanza?
Sotto l’ascella sinistra si 
e stabilita una famiglia di rospi
e quando uno di essi si muove mi fa il solletico
state attenti che non ne scappi uno e non venga a grattarvi con la bocca l’interno dell’orecchio: 
poi, sarebbe capace di entrarvi nel cervello
Sotto l’ascella destra c’e un camaleonte che 
da loro una caccia perpetua
per non morire di fame: 
ognuno deve vivere
Ma quando un partito sventa 
completamente le astuzie dell’altro
non trovano di meglio da fare che lasciarsi
 in pace a vicenda
e succhiano il grasso
delicato che mi ricopre le costole: 
ci sono abituato


Una vipera malvagia ha divorato la mia verga
 e ne ha preso il posto [...]
Due piccoli istrici, che non crescono piu
 hanno gettato a un cane,
che non ha rifiutato l’interno dei miei testicoli:
e si sono sistemati all’interno dell’epidermide
lavata con cura...
L’ano e stato intercettato da un granchio
incoraggiato dalla mia inerzia,
con le sue chele fa la guardia all’ingresso
 e mi fa molto male! [...]
Non parlate della mia colonna vertebrale,
 perche e una spada


Desiderate sapere, non e vero, come mai sia piantata verticalmente nelle mie reni?
Neppure io lo ricordo molto chiaramente. 
Tuttavia, se mi decido a considerare 
un ricordo cio che forse non e altro che un sogno
sappiate che l’uomo, quando ha saputo che avevo fatto 
voto di vivere con la malattia
finche non avessi vinto il Creatore, cammino, 
dietro di me, in punta di piedi,
ma non cosi piano da non essere udito
Non percepii piu niente, per un istante che non fu lungo.
Questo pugnale acuminato penetro fino 
all’impugnatura tra le due spalle del toro delle feste
e la sua ossatura fremette come un terremoto. 
La lama aderisce con tale forza
 al corpo che nessuno finora e riuscito ad estrarla: 
gli atleti, i meccanici, i filosofi, i medici...
hanno tentato, volta a volta, i mezzi piu diversi


Non sapevano che il male 
che l’uomo ha fatto non puo essere disfatto [...]
Viandante, quando mi passerai accanto,
 non rivolgermi, te ne supplico 
la minima parola di consolazione:
indeboliresti il mio coraggio
Lascia che io riscaldi la mia tenacia alla fiamma del martirio volontario... vattene [...] 
Posso ancora fare un’ escursione fino 
alle muraglie del cielo
alla testa di una legione di assassini
e tornare ad assumere quest’atteggiamento 
per meditare, di nuovo
sui nobili progetti della vendetta [...]